31 gen 2009

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La voce circola anche se non c’è nulla di confermato: pare che Michelle Obama, 45 anni appena compiuti, sia in dolce attesa del terzo figlio e i blogger sono scatenati. La notizia è apparsa sul blog perezhilton.com e si è propagata in Rete alla velocità della luce: «Non è assolutamente confermato e in questo momento è soltanto un rumor, ma... la voce che gira a Washington è che Michelle Obama sia incinta. Può essere vero? Sarebbe una felice notizia, tanto più se fosse un maschio». Qualche occhio attento ha notato nella first lady un po' di carne in più, qualche curva accentuata nelle tante occasioni pubbliche dell'ultimo mese: ma sono elementi sufficienti per ipotizzare una gravidanza? In attesa di una conferma o smentita da Washington gli internauti (e non solo) vivono questa favola romantica.

29 gen 2009

Cesare Battisti, l’ex terrorista scrittore a cui il ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro ha concesso lo status di rifugiato politico scatenando una crisi senza precedenti tra Italia e Brasile ha concesso al settimanale brasiliano Istoé un’intervista esclusiva. Riportiamo qui stralci dell’ampia intervista tra Battisti e Istoé che inizia con la domanda se Battisti tema che il Brasile torni sui suoi passi tramite il Supremo Tribunale Federale che si pronuncerà nei prossimi giorni sul suo caso. “No”, risponde Battisti, “la decisione di Genro è ben fondata, ha analizzato tutti i documenti e non è stata una lettura superficiale”. Poi Istoé chiede a Battisti di Pietro Mutti, un suo vecchio compagno dei PAC intervistato sul numero scorso da Panorama nel reportage di Amadori e delle accuse che lui ha confermato a questo giornale. “Io non ho ucciso nessuno, né il gioiellere né il poliziotto. È fuori dal mondo. All’epoca di questi omicidi non ero più membro dei Pac”, si difende Battisti. Istoé poi chiede se ha spiegato queste cose ad Alberto Torregiani, che oggi a causa è costretto su una sedia a rotelle, figlio Del gioiellere ucciso dai Pac e che molto si sta battendo per la sua estradizione. Battisti risponde: “è lamentevole ciò che sta facendo Torregiani. Lui sa che non c’entro nulla. Ho già scambiato molte lettere com lui. Una corrispondenza di amicizia, sincerità e rispetto. Ma Alberto Torregiani soffre la pressione del governo italiano perché, dopo tanti anni di lotte è riuscito ad ottenere una pensione come vittima del terrorismo. Dal 2004 e il governo italiano sta facendo su di lui pressioni perché potrebbe togliergliela”. Poi Istoé torna su Mutti, sottolineando la stranezza della sua intervista a Panorama dopo anni di silenzio e Battisti risponde “Mutti ha ripetuto parola per parola ciò che disse ad Armando Spataro nel 1981 e, come tanti altri “pentiti” aveva parlato sotto tortura”. Alla domanda del settimanale brasiliano che però l’Italia non era una dittatura bensì una democrazia Battisti risponde che “sì c’era una democrazia ma con la mafia al potere. Avevamo un primo ministro che restò per decenni al potere e che è stato condannato per essere mafioso. Sto parlando di Giulio Andreotti. C’erano anche i fascisti che non sono mai stati allontanati dal potere e che oggi, sfortunatamente, sono ritornati”. Su Maria Cecilia B. (Istoé inserisce nella risposta dell’ex terrorista scrittore il cognome depennato da Panorama nel reportage di Amadori) Battisti sostiene che “non è mai stata la mia fidanzata, è stata una collaboratrice di giustizia. Era ciò che in gergo si definiva una collaboratrice secondaria e che confermava dettagli per sostenere l’accusa”. Perché ha tardato 16 anni per dire che non ha ucciso nessuno? chiede ancora Istoé. “Perché gli altri che hanno confessato avevano detto che avevano ucciso davvero. Se io mi fossi difeso mi sarei differenziato aprendo una breccia nella Dottrina Mitterand, che imponeva la stessa difesa per tutti… Ho obbedito a questa regola di condotta e in nessuna fase di questo processo ho rivendicato la mia innocenza. Ho fatto un documentario sugli anni di piombo e questa è la causa della vendetta dei poderosi politici italiani”.

28 gen 2009

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Il ministro degli Esteri della Georgia, Grigol Vashadze, ha affermato che il suo paese non consegnerà a Mosca il sergente Alexander Glukhov, disertore durante la guerra della scorsa estate. I russi sostengono che il militare sia stato catturato dalle truppe georgiane in Ossezia del Sud. I georgiani, tuttavia, hanno ieri pubblicato un video in cui lo stesso Glukhov spiega le ragioni della sua diserzione e della conseguente fuga in Georgia. “Proteggeremo i suoi diritti, per questo non lo consegneremo alla Russia”, ha detto Vashadze, convinto che una volta a Mosca il militare subirebbe quanto meno delle minacce. Il ministro ha affermato di aver contattato l’ambasciata svizzera in Georgia, tramite la quale vengono tenute le relazioni con la Russia, tagliate completamente sul piano diplomatico in seguito al conflitto. I diplomatici elvetici avrebbero poi informato gli uffici dell’Unhcr, l’alto commissariato Onu per i rifugiati. Vashadze ha poi assicurato di aver contattato i genitori del soldato invitandoli a Tbilisi a verificare le condizioni del figlio. Nel video, Glukhov ha detto di aver chiesto asilo politico alla Georgia. Un portavoce dell’esercito russo ha però dichiarato in un’intervista che il militare “si trovava sotto pressione psicologica e morale e forse era stato minacciato”.

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Riprendono gli incontri della Consulta donne monregalesi che, in questo periodo in cui purtroppo i casi di violenza sulle donne ricoprono le prime pagine dei giornali, ha sviluppato, in collaborazione con il Coordinamento del PDL e dei Giovani del monregalese, un’analisi su una grave forma di 'violenza morale' che in questi ultimi giorni è oggetto di una proposta di legge discussa nell’aula della Camera, in seguito al lavoro congiunto del Ministro della Giustizia e del Ministro alle Pari Opportunità. “Si tratta del cosiddetto 'stalking' – ha sottolineato Tiziana Achino, promotrice della Consulta donne – termine che letteralmente indica una serie di molestie insistenti poste in essere da un individuo (uomo o donna indistintamente) nei confronti di un'altra persona, una vera e propria persecuzione che genera stati di ansia e paura, che possono arrivare a compromettere il normale svolgimento della vita quotidiana. Purtroppo nella maggior parte dei casi questi comportamenti avvengono verso le donne. La nuova legge rafforzerebbe la tutela contro questi atti che spesso trascendono in vere e proprie tragedie".
Non sono infatti insoliti i casi di ripetuti ed ossessivi tentativi di comunicare, verbalmente (direttamente o con telefonate ripetitive) o per scritto (cartaceo ovvero, al giorno d’oggi, tramite e-mail o siti internet): una vera e propria intrusione nella vita privata di una persona. Lo stalker può essere un estraneo, ma il più delle volte è un conoscente, un collega, o un ex-partner, che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito. “Sappiamo che l’on. Enrico Costa – conclude la Consulta – ha preso molto a cuore questo tema e lo sta seguendo con impegno con il fine di far si che questa molestia morale, che molte volte purtroppo provoca depressione e paura ossessiva in molte persone, possa essere considerata e conseguentemente trattata come un vero e proprio reato”.

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