20 feb 2009


L’autoreggente del Pd, particolare genere di collant per partiti in crisi, ha i giorni contati. E non solo perché Dario Franceschini, classe Dc con vocazione per il martirio politico, non sia abbastanza sensuale o non abbia l’elastico giusto per mettere tutti d’accordo. Il suo destino, già segnato, dipende soprattutto da altro. In particolare da un uomo, che forse non odia i collant ma che, se deve sceglierli, preferisce quelli che fanno al caso suo. (...) (...) L’uomo è Carlo De Benedetti, l’Ingegnere che ha abbandonato senza abbandonarla la tolda di Repubblica, quotidiano principe della sinistra e gran suggeritore delle manovre interne del Pd. Sarà lui a decidere la nuova mise del Partito democratico, a stabilire se il Pd avrà i baffetti di D’Alema o la pelata di Bersani oppure se, come sembra di intuire, alla fine a spuntarla sarà Mister X, il candidato di Repubblica per ora senza volto e senza nome, il segretario nel pectore di De Benedetti. Fantapolitica? Può anche darsi. Ma state a sentire uno che di sinistra se ne intende come pochi: Giampaolo Pansa, anima critica e arrabbiata del Pd che raramente sbaglia. La telefonata di Piero Sull’ultimo numero de “Il Riformista” Pansa ricostruisce inciampi e capitomboli del Veltroni politico perdente che sa fare bene una sola cosa: passare da un incarico all’altro, come se le bocciature fossero promozioni. Parte da lontano, dal 1994 e dalla primavera di Achille Occhetto. Un sogno svanito, una sconfitta incassata, il celebre neo sulla guancia sinistra che si affloscia di infortunio in infortunio. E arrivano il Pd e la candidatura per la leadership. Conviene far parlare direttamente Giampaolo Pansa: «D’Alema rinuncia a mettersi in gioco. Bersani verrà convinto a non gareggiare». C’è però un’assenza che stupisce Pansa, e per la verità non solo lui: Piero Fassino, letteralmente inghiottito dall’ombra. Perché? All’epoca Pansa scrive ancora sull’Espresso.


14 feb 2009

E' partita alle 16 la la quarta edizione della manifestazione "no Vat" per dire "no" all'ingerenza del Vaticano nella politica e nella società italiana. La protesta, nata per volontà di varie associazioni e collettiviFacciamoBreccia", è partita da piazza della Repubblica ed è proseguita per via Cavour, Fori Imperiali, via delle Botteghe Oscure per poi concludersi con l'arrivo in piazza Campo de' Fiori. che si sono unite nel coordinamento .

Il segretario dell'Udeur, Clemente Mastella, sarà candidato alle
europee nella lista del Pdl. Lo rende noto un comunicato che formalizza
le indiscrezioni dei giorni scorsi e nel quale si puntualizza che il
sodalizio tra Pdl e Udeur verrà esteso anche alle elezioni
amministrative in Campania, dove i due partiti presenteranno candidati
comuni.

L'alleanza con il Pdl vale per le europee - conferma Mastella. - Dove
si andrà a votare per le amministrative, in Campania, faremo una
verifica e visto come mi hanno trattato non credo che ci saranno altre
alleanze a sinistra». L'ex Guardasigilli replica seccato a chi insinua
che il premier, Silvio Berlusconi, abbia in qualche modo saldato il
debito con chi, di fatto, ha provocato la caduta di Prodi: «Chi dice
questo è un farabutto». Mastella non intende però rivolgere nessun
messaggio politico ai suoi ex partner del centrosinistra


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Questo raccontano alcuni imprenditori, che sperimentano il credit crunch tradotto in italiano con fidi non rinnovati, richieste di rientro da prestiti di poche migliaia di euro, finanziamenti negati a chi lavora in settori dove ci sono poche prospettive di crescita. Conseguenza: piccoli imprenditori con business di lunga tradizione non riescono ad avere la liquidità per pagare gli stipendi nell'attesa che i clienti saldino, imprese ad alta tecnologia non possono finanziare gli investimenti per garantirsi un futuro.

Molte aziende (lo dice esplicitamente la Confapi, associazione di categoria delle imprese medie e piccole) attribuiscono la responsabilità di tutto a Basilea 2, un set di regole internazionali che impone alle banche di stringere i cordoni soprattutto verso chi avrebbe più bisogno di finanziamenti perché è considerato più a rischio. Anche se il parametro per stabilire il costo dei nuovi prestiti, cioè l'Euribor i nuovi prestiti risultano sempre più costosi, perché le banche non si fidano e spremono chi possono spremere, almeno questa è la tesi degli imprenditori che temono di non sopravvivere alla crisi non a causa della recessione, ma per colpa della ritrosia degli istituti di credito a fidarsi di loro.

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Vioante smentisce il titolo del suo articolo e interrompe la collaborazione con il Riformista. Qui sotto il pezzo che ha scatenato la polemica e il commento di Giampaolo Pansa. Ecco la lettera di Violante e la replica di Polito.Gentile direttore, sono indignato per il titolo che il tuo giornale ha dato, in prima pagina, al mio articolo di ieri «Mi vergogno di essere stato comunista». Quel titolo è falso perché non corrisponde al contenuto dell'articolo, è offensivo perché non corrisponde ai miei sentimenti e alla mia vita, è volgare perché riduce ad uno stupido protagonismo individuale un ragionamento sulla identità italiana. Ti prego di considerare interrotta la mia collaborazione al tuo quotidiano.

Luciano Violante

Un titolo è un titolo e se l'autore dell'articolo non vi si riconosce, c'è poco da fare. Ma in quell'articolo Violante scriveva, rivivendo al teatro il ricordo delle foibe: «Mi sembrava che le implicite accuse delle parole della piéce riguardassero anche me. Perché l'aver appartenuto al partito comunista e il sentirmi tutt'ora dentro quella rigorosa educazione politica e quel complesso di valori civili e repubblicani mi faceva sentire tra quegli assassini».
Ammettere di sentirsi tra «quegli assassini» ci era parsa un'umile e nobile ammissione di vergogna. Violante ci informa invece che non prova vergogna. Ne prendiamo atto con mestizia.

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